Libro d’artista “Quante insostituibili vite”
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Quando mi hanno chiesto di partecipare alla mostra “ Shoah” (la mostra è organizzata ogni anno dalla Casa della Memoria di Roma in occasione della settimana della memoria) mi sono chiesta se fossi in grado di raccontare una tale aberrazione in maniera da non raccontare la disperazione, ma entrare nell’ottica della possibilità, forse addirittura della speranza.
Temevo inoltre un mio punto di vista superficiale – io appartengo alla generazione fortunata, alla generazione protetta. Ho deciso di puntare il dito sull’ineccepibile meccanismo burocratico che ha reso una simile follia realizzabile, un ligio dovere a cui basta obbedire; il meccanismo oliato che si fa lista, burocrazia, crimine di penna che non è impossibile compiere… Ho quindi immaginato una serie; un destino standardizzato; il momento di un’azione che avviene ed avviene ancora, come su un nastro trasportatore: l’immagine ripetuta del comignolo di un forno crematorio, e del fumo che ne esce.
Ho tolto il freno a un fumo che si libera colorato e vivo; perché non è vero che di una vita si può distruggere tutto. Le azioni fatte, la qualità che le abbiamo dato rimane, inossidabile, e continua ad operare. Da questo punto di vista abbiamo tutti una responsabilità che non si ferma con la morte. Quindi colori diversi, storie diverse per ogni nome diverso di ogni diversa persona che nei campi di concentramento si è fatta fumo. E gratitudine e riconoscenza per questo fumo che ci raggiunge ancora oggi, che resiste, e che ancora ci racconta e ci sprona.
Ho iniziato con una ricerca; ho letto le cronache delle persone che nelle notte del 16 ottobre 1943 sono state arrestate e deportate. Le storie ricostruite dai parenti, dai testimoni, dalle testimonianze dei pochissimi sopravvissuti.
Ho letto la lista con le asciutte e formali istruzioni che sono state consegnate alle famiglie; istruzioni che la gente ha seguito alla lettera, obbedendo perché questa è la prassi. Ho letto di come la macchina della deportazione fosse efficente ed organizzata: la distribuzione delle istruzioni, l’appuntamento al centro di raccolta, i treni che una volta riempiti partivano dalla stazione Tiburtina, l’arrivo nei campi.
Ho letto di come la vita di ognuno si fosse espressa nelle diverse voci di questa lista: c’è chi sfugge alla retata ma non vuole lasciare il marito, i figli; e si riunisce volontariamente a loro. Chi muore d’infarto per la paura alla consegna della lista; chi sopravvive perché è da un’altra parte a cercare le sigarette e se ne fa una colpa per il resto della vita. Donne di servizio che non lasciano la padrona, bambini che cacciano le madri e partono da soli.
Ogni vita un comignolo, e per ogni comignolo una storia colorata.
Il libro è stato acquisito dalla Biblioteca Nazionale del Lussemburgo, sezione Libri d’artista. É inserito nel catalogo Multiple – Livres d’artiste de la collection de la Bibliothèque nationale du Luxembourg. Testo critico di Michèle Wallenborn.
L’artiste romaine Valeria Gasparrini (née en 1964) est enseignante, illustratrice et éditrice. Le livre Quante insostituibili vite (Combien de vies irremplaçables) a été conçu pour une exposition sur la Shoah à Rome. En réunissant des œuvres d’artistes contemporains sur la persécution des Juifs entre 1939 et 1945, la présentation avait pour objectif de garder vivante la mémoire des victimes, des lieux et des événements de cette époque tragique.
Pour son livre, Valeria Gasparrini a effectué des recherches sur les destins de personnes ayant disparu de Rome pour toujours en octobre 1943, dans le sillage des mesures anti-juives. Sur la première page, dans une sorte de phylactère ou de nuage de fumée qui empiète sur un rectangle noir occupant presque toute la page, elle évoque les instructions ignobles selon lesquelles fut mise en œuvre la déportation des Juifs romains. La lecture seule suffit pour se rendre compte de la perfidie des mesures.
Le livre, qui se compose de monotypes et d’aquatintes sur papier vergé, suit une structure claire : sur les pages de gauche, l’artiste a écrit à la main les données biographiques des personnes déportées. Ces informations figurent sous un ciel noir qui court sur toute la largeur du livre, ici et là transpercé de rayons de lumière, de planètes ou d’étoiles. Toutes les pages de droite sont conçues de la meme manière que la couverture : le grand rectangle noir y est recouvert d’une grille blanche toujours plus dense. Seule la silhouette d’une grande cheminée noire d’où s’élève une fumée noire se détache de l’image. Le phylactère blanc de la page de couverture réapparait à l’intérieur, coloré et enrichi de collages et de notes.
Sur la page dédiée à une mère de neuf enfants, l’artiste a noté dans une bulle de couleur rouille : « Clelia Frascati con i sui 9 figli. » Les enfants sont représentés par des petits triangles beiges de différentes tailles rappelant des feuilles emportées par le vent. Sur la page de gauche figurent les dates de naissance et de décès de Clelia Frascati, le lieu de son arrestation et de détention et le numéro de son convoi vers Auschwitz. À cela s’ajoute un détail macabre : son mari, qui était parti acheter des cigarettes, trouva une maison vide à son retour. Immédiatement après son arrivée au camp d’extermination, Clelia et ses enfants furent tués dans la chambre à gaz. D’autres victimes de la Shoah sont évoquées de manière similaire dans le livre.
Les pages sont maintenues ensemble par un fil qui évoque les clòtures du camp d’extermination d’Auschwitz. Le couvercle en tòle d’aluminium confère à l’ouvrage une sensation de froideur. Enfin, la couverture à boucle symbolise l’impossibilité d’échapper au mécanisme diabolique mis en place par les nazis.
“ All’irruzione seguì la consegna delle istruzioni:
1) Insieme alla vostra famiglia ed agli ebrei appartenenti alla casa sarete trasferiti.
2) Bisogna portare con sè
A – viveri per almeno otto giorni.
B – tessere annonarie
C – carta d’identità
D – bicchieri
3) Si può portare via:
A – valigetta con effetti personali, coperta
B – denaro e gioielli
4) Chiudere a chiave l’appartamento e portare con sè le chiavi
5) Ammalati, anche casi gravissimi, non possono per alcun motivo rimanere indietro. L’infermeria si trova nel campo.
6) Venti minuti dopo la presentazione di questo biglietto la famiglia deve essere pronta per la partenza.
Roma 16 – 10 – 1943 “
2017 Collettiva “Shoah”,Casa della Memoria e della Storia, Roma.
2018 collettiva exibition, forum “ PRINTMaking” Donnerstag
2020 fa parte dell’esposizione permanente di libri d’artista della Biblioteca nazionale del Lussemburgo
2017 Collettiva “Shoah”,Casa della Memoria e della Storia, Roma.
2018 collettiva exibition, forum “ PRINTMaking” Donnerstag
2020 fa parte dell’esposizione permanente di libri d’artista della Biblioteca nazionale del Lussemburgo