Catalogo “Multiple”; libri d’artista della collezione della Bibiloteca nazionale del Lussemurgo
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L’artista romana Valeria Gasparrini (1964) è insegnante, illustratrice ed editrice. Il libro Quante insostituibili vite è stato concepito per una mostra sulla Shoah a Roma. Raccogliendo opere di artisti contemporanei sulla persecuzione degli ebrei tra il 1939 e il 1945, la presentazione aveva lo scopo di mantenere viva la memoria delle vittime, dei luoghi e degli eventi di quell’epoca tragica. Per il suo libro, Valeria Gasparrini ha condotto ricerche sui destini di persone scomparse per sempre da Roma nell’ottobre 1943, sulla scia delle misure anti-ebraiche. Sulla prima pagina, in una sorta di phylactère o di nuvola di fumo che invade un rettangolo nero che occupa quasi tutta la pagina, evoca le istruzioni ignobili secondo le quali fu attuata la deportazione degli ebrei romani. La sola lettura è sufficiente per rendersi conto della perfidia delle misurazioni. Il libro, composto da monotipi e acuaforti su carta vergata, segue una struttura chiara: sulle pagine di sinistra l’artista ha scritto a mano i dati biografici delle persone deportate. Queste informazioni sono sotto un cielo nero che corre per tutta la larghezza del libro, qui e là trafitto da raggi di luce, pianeti o stelle. Tutte le pagine a destra sono progettate nello stesso modo della copertina: il grande rettangolo nero è coperto da una griglia bianca sempre più densa. Solo la sagoma di un grande camino nero da cui si alza un fumo nero si staglia dall’immagine. Il fumo bianco della copertina riappare all’interno, colorato e arricchito da collage e note.
Nella pagina dedicata a una madre di nove figli, l’artista ha notato in un cerchio di colore ruggine: «Clelia Frascati con i sui 9 Figli. » I bambini sono rappresentati da piccoli triangoli beige di diverse dimensioni che ricordano le foglie portate dal vento. Sulla pagina di sinistra figurano le date di nascita e di morte di Clelia Frascati, il luogo del suo arresto e di detenzione e il numero del suo convoglio verso Auschwitz. A questo si aggiunge un dettaglio macabro: suo marito, che era andato a comprare delle sigarette, trovò una casa vuota al suo ritorno. Subito dopo il suo arrivo al campo di sterminio, Clelia e i suoi figli furono uccisi nella camera a gas. Altre vittime dell’Olocausto sono menzionate in modo molto simile nel libro. Le pagine sono tenute insieme da un filo che evoca le chiavi del campo di sterminio di Auschwitz. Il coperchio in alluminio conferisce all’opera una sensazione di freddezza. Infine, la chiusura della copertina ad anello simboleggia l’impossibilità di sfuggire al meccanismo diabolico istituito dai nazisti.
Michèle Wallenborn
L’artiste romaine Valeria Gasparrini (née en 1964) est enseignante, illustratrice et éditrice. Le livre Quante insostituibili vite (Combien de vies irremplaçables) a été conçu pour une exposition sur la Shoah à Rome. En réunissant des œuvres d’artistes contemporains sur la persécution des Juifs entre 1939 et 1945, la présentation avait pour objectif de garder vivante la mémoire des victimes, des lieux et des événements de cette époque tragique. Pour son livre, Valeria Gasparrini a effectué des recherches sur les destins de personnes ayant disparu de Rome pour toujours en octobre 1943, dans le sillage des mesures anti-juives. Sur la première page, dans une sorte de phylactère ou de nuage de fumée qui empiète sur un rectangle noir occupant presque toute la page, elle évoque les instructions ignobles selon lesquelles fut mise en œuvre la déportation des Juifs romains. La lecture seule suffit pour se rendre compte de la perfidie des mesures. Le livre, qui se compose de monotypes et d’aquatintes sur papier vergé, suit une structure claire : sur les pages de gauche, l’artiste a écrit à la main les données biographiques des personnes déportées. Ces informations figurent sous un ciel noir qui court sur toute la largeur du livre, ici et là transpercé de rayons de lumière, de planètes ou d’étoiles. Toutes les pages de droite sont conçues de la meme manière que la couverture : le grand rectangle noir y est recouvert d’une grille blanche toujours plus dense. Seule la silhouette d’une grande cheminée noire d’où s’élève une fumée noire se détache de l’image. Le phylactère blanc de la page de couverture réapparait à l’intérieur, coloré et enrichi de collages et de notes.
Sur la page dédiée à une mère de neuf enfants, l’artiste a noté dans une bulle de couleur rouille : « Clelia Frascati con i sui 9 figli. » Les enfants sont représentés par des petits triangles beiges de différentes tailles rappelant des feuilles emportées par le vent. Sur la page de gauche figurent les dates de naissance et de décès de Clelia Frascati, le lieu de son arrestation et de détention et le numéro de son convoi vers Auschwitz. À cela s’ajoute un détail macabre : son mari, qui était parti acheter des cigarettes, trouva une maison vide à son retour. Immédiatement après son arrivée au camp d’extermination, Clelia et ses enfants furent tués dans la chambre à gaz. D’autres victimes de la Shoah sont évoquées de manière similaire dans le livre. Les pages sont maintenues ensemble par un fil qui évoque les clòtures du camp d’extermination d’Auschwitz. Le couvercle en tòle d’aluminium confère à l’ouvrage une sensation de froideur. Enfin, la couverture à boucle symbolise l’impossibilité d’échapper au mécanisme diabolique mis en place par les nazis.
Michèle Wallenborn