DUE: Le Città Invisibili
Le città invisibili di Italo Calvino (Einaudi, Torino, 1972) è un racconto costruito secondo le modalità combinatorie sperimentate da Italo Calvino quando entra in contatto a Parigi con il gruppo ULIPO nel 1967. Si compone di nove capitoli, in cui Marco Polo descrive a Kublai Khan, imperatore dei Tartari, cinquantacinque città immaginarie dai nomi di donna che incarnano i nostri più nascosti desideri o timori, raggruppandole in undici sezioni: «Le città e la memoria»; «Le città e il desiderio»; «Le città e i segni»; «Le città sottili»; «Le città e gli scambi»; «Le città e gli occhi»; «Le città e il nome»; «Le città e i morti»; «Le città e il cielo»; «Le città continue»; «Le città nascoste». La successione delle città e delle sezioni non implica una sequenzialità o una gerarchia, ma costruisce una rete ramificata, in cui sono possibili molteplici percorsi narrativi e plurime conclusioni. Gli studenti del terzo anno del corso di Illustrazione si sono confrontati con l’immaginario di questo testo labirintico, dominato dalla fantasia e dal sogno, realizzando quindici tavole liberamente ispirate alle città protagoniste dei racconti di Marco Polo. Dopo la lettura del testo ognuno di loro ha individuato delle parole-chiave, attraverso cui interpretare la città prescelta. Le città invisibili di Calvino sono simboli della realtà, e come tali pongono questioni sul significato delle geografie urbane e delle nostre modalità di convivenza.
Prof.ssa Maria D’ALESIO
Direttrice dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila
CITTÀ
Quindici città differenti, liberamente ispirate alle “Città invisibili” di Italo Calvino.
Quindici libere interpretazioni; dove “libero” sottintende approfondimento, evocazione, rappresentazione.
Quindici diverse personalità e provenienze; diverse regioni d’Italia, Spagna, Cina.
Quindici storie differenti, quindici differenti stanze in cui i ragazzi vivono, studiano, disegnano ed immaginano la loro città; una moltitudine di desideri ed obiettivi; quindici diversi futuri possibili.
Una pioggia di parole, aggettivi, oggetti, impressioni ed immagini che hanno guidato ognuno nell’immaginare il disegno per la propria illustrazione.
Tutti i ragazzi si sono lanciati ben oltre la semplice rappresentazione del testo; sono scesi nella profondità del lessico, hanno catturato e fissato su carta la suggestione dei passaggi letterari e delle avventure dei protagonisti; hanno consapevolmente affrontato una disorientante deriva creativa per ricondurre poi tutto alla realizzazione di un’immagine che fosse evocativa, personale, sorprendente e professionale.
Valeria Gasparrini
Ogni studente ha identificato alcune parole-guida, ed ha elaborato numerosi bozzetti prima di arrivare all’immagine definitiva. Questa la progressione di Marte di Giacomo; le sue parole-guida sono: Figli deformi, nascondere la realtà